Ritrovate due palle di cannone del XVI secolo

I nostri volontari riportano alla luce dei proiettili spagnoli rimasti sepolti per 462 anni

Sabato 17 maggio 2017 abbiamo finito presto di tagliare l’edera sul tratto da Porta Ovile su Via Beccafumi e, in quattro o cinque, ci siamo spostati dall’altro lato della Porta per controllare lo stato della vegetazione e fotografare le “ferite” sulle due torri ai lati della risalita di S. Francesco. Aprendoci il percorso con un falcetto abbiamo notato una pietra di forma “stranamente” sferica e togliendo un po’ di terra con le mani è apparsa la sfera intera… non di pietra ma di ferro. Poco più là un’altra, di poco più piccola, ma in tutto simile. Il pensiero corre subito alle palle di cannone che qui furono sparate numerose (circa 260) l’11 gennaio 1555 da 27 cannoni spagnoli posti sul colle di Ravacciano, senza peraltro riuscire ad abbattere quelle mura che ancor oggi riportano il segno di quelle cannonate. Abbiamo comunicato subito il ritrovamento alla Soprintendenza, che ha mezzi e competenze per valutare l’importanza del ritrovamento. A noi resta la soddisfazione di aver contribuito alla valorizzazione di questo monumento che ha bisogno di attenzione, ma ha ancora molte cose da raccontare alla città.

I proiettili che abbiamo scoperto sono simili a quelli rinvenuti nel maggio del 1692 da Giovan Battista Golini e Pietro Poggi. I due, scavando illegalmente fra le rovine della rocca di Crevole, rinvengono quattro proiettili d’artiglieria pesante del peso di 30 – 40 libbre. Dai documenti dell’epoca possiamo quindi supporre che queste palle pesassero 13,58 kg e che venissero sparate dal cosiddetto ‘cannone reale’ spagnolo, mentre quelle da 30 libbre (kg 10,18) dal ‘mezzo cannone piccolo’. La descrizione sembra proprio riferirsi ai recenti ritrovamenti senesi, due proiettili di peso diverso, uno di circa 13,58 Kg e l’altro di circa 11 Kg.

Attualmente le due palle di cannone sono esposte nella nostra sede, all’interno dell’Opificio delle Mura, in Via delle Terme n°103.

La Soprintendenza, grazie alla collaborazione offerta dal Museo Santa Maria della Scala, si è occupata del restauro dei due proiettili di ferro presso il laboratorio di restauro realizzato al Santa Maria.

Si tratta di un interessante ed emozionante ritrovamento che ci riporta a quelle pagine dolorose e al contempo gloriose della nostra storia, quando Siena resistette per diversi mesi all’assedio delle truppe ispano-fiorentine, poco prima della perdita dell’indipendenza. Incredibile come siano rimaste nascoste nel terreno, nei pressi della risalita di San Francesco, per così tanto tempo.

 

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